13 Gen Conversazione con Andrea Lo Sasso, HR Manager Jabil Circuit Italia
Paola Pirri: In una situazione di difficoltà e di attrito all’interno di un’organizzazione qual è il ruolo di Risorse Umane?
Andrea Lo Sasso: Il ruolo chiave di Risorse Umane è facilitare i rapporti interpersonali e costruire un ambiente positivo, fungendo da traduttore in situazioni di difficoltà. Deve essere traduttore delle esigenze, delle istanze, dei diversi stili di management che le persone interpretano nello svolgimento del proprio ruolo: una via di mezzo fra un business partner e un personal trainer.
Paola: Se ti affidi ai tuoi paradigmi, cosa cerchi nel management?
Andrea: In un momento di difficoltà un’organizzazione ha bisogno di un management che presidi i propri capisaldi, che gestisca le risorse in termini di facilitazione dei rapporti interpersonali, di costruzione del team. E’ importante stare con i piedi per terra e porre l’attenzione sul quotidiano e su quelli che sono i punti forti dell’azienda (qualità, quantità, prezzi e costi). Allo stesso tempo, però, non bisogna tralasciare gli aspetti legati alla vision, alla reingegnerizzazione della strategia aziendale, al ruolo che il manager deve avere nei momenti di difficoltà e cambiamento.
Paola: Come si gestisce la motivazione quando si è coinvolti in un processo di ristrutturazione/downsizing?
Andrea: Tutto dipende dalla situazione contingente. Se si è costretti ad attuare l’articolo 5 della Legge sui licenziamenti collettivi, di certo non si può essere grandi attori della motivazione. Se, invece, vi è la possibilità di gestire il processo di ristrutturazione su base volontaria, è necessario lavorare su due fronti: ai key people bisogna trasmettere un forte senso di appartenenza e ingaggio, coinvolgendoli, ad esempio, nei processi formativi; alle persone per cui invece si prevede l’uscita dall’azienda, è comunque importante trasmettere un senso di opportunità.
Paola: Qual è la leva motivazionale che nella tua esperienza ha funzionato e quale no?
Andrea: La semplice erogazione di denaro come leva gestionale credo sia ormai obsoleta. Non la considero neanche una leva vera e propria. Al contrario, erogare processi di formazione, inserire le persone in circoli di qualità, far sentire le persone “chiave” in determinate fasi del processo, dare un’opportunità di visibilità internazionale, sono tutte leve motivazionali efficaci, che funzionano.
Paola: Che cosa possono fare i team leader per continuare a mantenere l’engagement e il coinvolgimento delle loro persone?
Andrea: Questa è un’effettiva difficoltà di tutte le aziende. Un buon team leader è tale perché possiede capacità e competenze tecniche e manageriali. Sicuramente ogni team leader ha il suo stile ed è importante che HR lavori per diffondere una modalità comune di interpretazione del ruolo manageriale. I team leader devono possedere nel proprio bagaglio tecnico-culturale i valori dell’azienda ed essere in grado di trasferirli ai propri collaboratori. Bisogna far sentire le persone coinvolte ed effettive protagoniste dei processi, sempre in un’ottica di miglioramento continuo delle performance.
Paola: Qual è il valore più importante che è andato in crisi questo periodo?
Andrea: La nostra è un’azienda no branding e il valore più importante è l’attenzione al cliente. Questo valore non è andato in crisi, ma è quello su cui lavoriamo di più. Per noi il cliente è davvero sacro, soprattutto in un mercato che si è ridotto del 50% e in cui è presente una forte concorrenza a livello internazionale. Ci vuole tanto per conquistare un cliente industriale tanto quanto è facile perderlo. Abbiamo avuto turnover di clienti importanti e la difficoltà maggiore è stata quella di passare da una logica di standardizzazione a una logica di flessibilità per rispondere alle richieste del cliente. Per far fronte ai cambiamenti veloci e repentini del contesto, abbiamo dovuto lavorare tanto sulla resistenza al cambiamento. Ci siamo dovuti reinventare.
Paola: Ha senso continuare a fare formazione anche in una situazione di difficoltà? Di che tipo di formazione c’è bisogno in queste situazioni?
Andrea: Si, credo nell’importanza di continuare a fare formazione anche durante i periodi di maggiore difficoltà, perché fare formazione consente di testimoniare l’attenzione verso i propri dipendenti. Un’azienda manifatturiera come la nostra ha bisogno di diversi tipi d’interventi formativi, sicuramente quelli tecnico-produttivi ma anche quelli rivolti al middle management. E’ proprio la formazione manageriale che utilizziamo per gestire questo tipo di situazioni. Ogni anno realizziamo l’analisi dei bisogni formativi, la elaboriamo e, nei vincoli del bilancio, cerchiamo di destinare un’adeguata formazione alle persone sulle quali stiamo investendo o sulle quali vogliamo investire nel futuro.
Paola: Che caratteristiche deve avere la consulenza che porta avanti il processo formativo?
Andrea: La consulenza deve essere veloce e avere la capacità di interpretare i bisogni del cliente e di adattare gli interventi alle reali necessità. E, sicuramente, deve rispondere con tanta flessibilità, viste le innumerevoli e impreviste problematiche che possono sorgere in corso d’opera.
Paola: Se la formazione ha funzionato, quali sono gli elementi che consentono di verificarlo?
Andrea: Il monitoraggio di un intervento formativo credo sia utile rimandarlo al momento d’aula in cui vi è la possibilità di confrontarsi per capire gli effetti e i risultati della formazione; allo stesso tempo, l’aula consente di raccogliere elementi aggiuntivi per capire se ci sono degli aspetti su cui è ancora necessario lavorare. Inoltre, se c’è un miglioramento nella leadership, il clima è maggiormente positivo e il rapporto con i propri collaboratori diventa più confidente.
Biografia Andrea Lo Sasso
Andrea Lo Sasso 57 anni, dal 2013 ricopre il ruolo di HR manager in Jabil Circuit Italia ma ha alle spalle una solida esperienza nell’ambito HR in aziende quali Serono Raw Material Plant, Kedrion, Videocon – VDC Tech, Thomson – Videocolor. Laureato in Scienze Politiche, racconta con piacere la sua esperienza nell’Arma dei Carabinieri come Tenente. È uno sportivo e ama praticare diversi sport, dal rugby allo sci, dall’equitazione al ciclismo. Impegnato nel sociale come fundraiser per Soccorso Clown, è stato Coordinatore del servizio ispettivo presso l’Agenzia comunitaria che si occupa di repressione di frodi agli aiuti europei all’olio d’oliva. Nel tempo libero si dedica ai suoi tre figli, senza rinunciare al buon vino, alla cucina e alla lettura.
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